lunedì

Ciao Tullio


Al risveglio, dopo una notte agitata, era quasi un presentimento. Tullio non c’è più.
Di fronte a quest’ineluttabile verità, sento crescere dentro di me un gran vuoto. La tua immagine è insopportabile. Mi piace rimanere sveglio nel tepore del risveglio. Mi aiuta ad entrare lentamente in ciò che mi aspetta. Guardo fuori della finestra, ci sono un po’ di nuvole che si muovono veloci. Riordino i pensieri. Il rumore assordante della tua assenza non mi da pace.
Mauro, vecchio condottiero d’improbabili amatori, aveva riposto in te mille attese. Ti aveva fatto diventare un genio. Uno che dava del “Tu” al pallone. Ti avrebbe dato sua figlia in sposa, se solo n’avesse avuto una. Eri il suo capitano.
Tu invece cosa combini.
Non una chiamata, un cenno, nemmeno uno scritto da conservare come una pergamena magica. Sei andato via, così, scivolando tra le pieghe dell’ingratitudine, come un serpente a caccia della sua preda.
Ora sei lontano. Mancherà il tuo sorriso arguto, il modo semplice di proporti, il tuo “fare gruppo”.
Tullio perché.
Dovevi farci diventare grandi, ed invece………sei rimasto un bebè.

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